EVENTI SPECIALI

Benvenuti nella sezione Eventi Speciali di cinema qui trovate video intervista sottotitolate in italiano, red carpet online dei più importanti film in differita dove esserci stata la diretta per in iniziare ecco il video sottotitolato in italiano con le interviste al cast di The Fate of the Furious (Fast & Furious 8) film d’azione della Saga automobilistica più longeva della storia del cinema diretto da F. Gary Gray (A Man Apart, The Italian Job)

 


 

Ecco le video interviste sottotitolate in italiano al parte del cast di Atomic Blonde (Atomica Bionda), il thriller d’azione di successo al BOX OFFICE USA e mondiale diretto da David Leitch (John Wick, Deadpool 2), all’attrice protagonista Charlize Theron (Snow White and the Hutsman, Mad Max Fury Road, The Huntsman Winter’s War, The Fate of the Furious), e James McAvoy (Wanted, la Saga prequel degli X-Men, Victor Frankenstein, Split, Glass)


Ecco poi l’intervista testuale a Guillermo del Toro (Hellboy II The Golden Army Pacific Rim, Crimson Peak), che parla dopo aver vinto il Leone d’Oro a Venezia 74

Lei ama il cinema di genere, ed è davvero inusuale che un festival così importante assegni il premio principale a un film di genere. Cosa ne pensa? Cosa significa per lei?

Per me ovviamente significa tantissimo: siamo a un punto di svolta nel cinema di genere, ha iniziato a colorarsi di politica, a essere artistico… parlo di film come Babadook, per esempio. Escono sempre più film di genere che si interrogano sul senso della vita e che sono fatti benissimo. Ma un premio come questo non serve a legittimare questo tipo di cinema, perché ogni tipo di cinema è bellissimo quando si interroga su queste tematiche. Io faccio cinema di genere da sempre, da 25 anni, e questo premio oltre che un incoraggiamento a continuare così è anche un riconoscimento per questo mio atto d’amore.

Questo film è una sintesi del suo cinema. Quanto le interessa che l’Academy la prenda realmente in considerazione, ora, dopo l’occasione sprecata del Labirinto del Fauno?

Io faccio i miei film come atto d’amore e di creazione. Se un film funziona e va bene al box-office, sono felicissimo, ma se non va bene… la cosa realmente importante per me è che un film nasca come progetto personale: non bisogna modificare la propria natura per piacere a un dato settore, a un dato pubblico. Se si ottiene un premio e si è rimasti fedeli a se stessi è la cosa migliore.

The Shape of Water è un film sulla diversità. Quanto l’essere messicano ha influito su un progetto simile?

Beh, essere messicano è importante perché… sono messicano in ogni mia parte, dalla testa ai piedi. Se penso a quest’ultimo anno e mezzo e ai suoi problemi… posso dire che da messicano sono abituato da decenni ai problemi. Ma è importante sottolineare che io sono totalmente contro l’omologazione e a favore della diversità: le peggiori ideologie invocano sempre cose che all’apparenza sembrano altruiste (“la madrepatria” “la purezza”) ma la cosa realmente bella dell’umanità è la sua imperfezione.

[…] La cosa che mi emoziona di più di un premio simile è che arriva dopo 25 anni di lavoro. Una carriera come la mia non si può programmare: ci sono stati alti e bassi.

Il suo film parla di razzismo nei confronti del diverso. Affrontare la narrazione con il filtro del fantasy e della metafora dà maggior forza a questa denuncia, secondo lei, rispetto all’utilizzare un taglio realistico?

Una delle forme più antiche della diffusione di idee è la parabola. Quello che è penso è che la parabola ti risparmia i dettagli e ti racconta un messaggio universale. Se si racconta qualcosa di realistico si finisce per ancorarlo in un determinato momento, anche se nel passato. Qualcosa che è ambientato nella fantasia, invece, diventa un ottimo veicolo per un messaggio. Le fiabe permettono alle persone di raggiungere verità universali. Ogni mitologia fa la stessa cosa: che sia messicana, francese, australiana… hanno tutte un percorso comune


Ecco poi la video intervista sottotitolata in italiano all’attrice Kirsten Dunst (La Trilogia di Spider-Man, Melancholia, Upside Down), per l’Inganno di Sofia Coppolia (Lost in Translation)