Il cast di Aquaman and the Lost Kingdom si arricchisce di tre nuovi ingressi e di un ritorno. Jani Zhao, Indya Moore e Vincent Regan si sono uniti al blockbuster la cui produzione è in corso con James Wan alla regia. Inoltre, è stato confermato che Randall Park tornerà nei panni del dottor Stephen Shin, il biologo marino ossessionato dalla ricerca di Atlantide.
Nulla sappiamo sulla trama del film, ma è stato svelato qualche dettaglio aggiuntivo sui ruoli di questi nuovi attori. Zhao sarà una figura chiamata Stingray, non è chiaro se sarà una villain, ma è un personaggio originale. Moore sarà Karshon, che nei fumetti DC era un antagonista di Lanterna Verde (uno squalo che grazie a delle radiazioni otteneva intelligenza e poteri telepatici). Regan infine sarà Atlan, antico regnante di Atlantide che fece affondare la città nelle profondità marine. Nel film del 2018 veniva interpretato da Graham McTavish.
Le riprese di Aquaman and the Lost Kingdom sono partite nel Regno Unito con il titolo di lavorazione Necrus.
La Warner Bros ha annunciato che il sequel del cinecomic di James Wan approderà nelle sale cinematografiche statunitensi il 16 dicembre 2022. David Leslie Johnson-McGoldrick, co-sceneggiatore del primo film, tornerà anche per il sequel. Nel cast Jason Momoa, Amber Heard, Dolph Lundgren e Yahya Abdul-Mateen II.
Il 22 settembre 2021 è approdata, su Disney+, una nuova serie antologica animata ambientata nell’universo creato da George Lucas, dal titolo Star Wars: Visions
Si tratta di un prodotto singolare: non un semplice spin-off che va ad espandere la già ricchissima lore della galassia lontana, lontana quanto un vero e proprio esperimento, dai molteplici risvolti.
È una collezione di nove cortometraggi, slegati tra loro, non canonici e senza legami particolari con la saga degli Skywalker e tutti i personaggi che ruotano attorno ad essa; ma soprattutto, sono tutti realizzati in animazione da alcuni dei più importanti studios del settore di stanza nel Paese del Sol Levante.
Non un prodotto “ibrido” come oramai capita spesso di vedere (ad esempio, il recente The Witcher: Nightmare of the Wolf) che combina stilemi occidentali e orientali ma un vero e proprio anime giapponese al 100%, cosa che potrebbe risultare strana ai più e invece acquista molto senso, a pensarci bene. Sebbene Star Wars sia una produzione decisamente americana (Lucas, del resto, è californiano!) la sua anima è in parte nipponica: il nostro George ha ripreso alcuni elementi avventurosi e caratteriali dai tipici Chambara, i classici film di “cappa e spada” giapponesi. Ci sarebbero tanti elementi da sottolineare, ma basti pensare che il ruolo di Obi-Wan Kenobi era stato originariamente pensato per il celebre attore giapponese Toshiro Mifune.
Vedere dunque reinterpretare storie dal contesto starwarsiano all’interno di una grafica e di un contesto manga/anime è quasi naturale e, senza dubbio, interessante. Non è, però, la prima volta che un franchise (o una singola property) viene riproposta in una versione che subisce un trattamento di “nipponizzazione”: è successo diverse volte nel corso degli ultimi anni (se non decenni) per svariati motivi.
Sappiamo che rinnovare un franchise è sempre più comodo e sicuro che crearne uno da zero: un cambiamento drastico come questo, anche solo in veste sperimentale, può riaccendere la scintilla dell’interesse nel pubblico. Già, ma che pubblico? Il più variegato possibile, naturalmente.
Proporre una versione “anime” di una IP è un ottimo modo per tentare di entrare nel mercato orientale con qualcosa di più familiare a livello di design, così come di catturare l’attenzione dei potenziali spettatori occidentali appassionati, tuttavia, di manga e non di prodotti americani. I riferimenti “mangofili” hanno fatto la fortuna della prima stagione di Heroes, ad esempio, in un periodo in cui c’erano pochi show del genere.
Andremo ora a scoprire alcuni di questi esperimenti: alcuni più riusciti, altri meno o semplicemente più bizzarri. Scommettiamo che di alcuni non conoscevate o ricordavate neanche l’esistenza!
I manga di Star Wars
Forse non lo sapete, ma in Giappone esistono adattamenti manga di tantissimi film o serie tv americane o inglesi. Da Ritorno al Futuro allo Sherlock con Benedict Cumberbatch, alcune di esse sono arrivate anche nel nostro Paese e diverse sono state realizzate da autori abbastanza famosi, così da divenire subito popolari grazie alla riconoscibilità del tratto.
Star Wars non si sottrae certo a questa spietata logica di mercato, declinata addirittura in tre modi diversi: vere e proprie riduzioni a fumetti dei vari film della saga, adattamenti a fumetti di romanzi e finanche storie completamente originali. Fare un elenco è davvero complesso e meriterebbe un articolo a parte!
Animatrix
Forse il più importante, tra tutti gli esempi che possiamo fare. Ha molto in comune con Star Wars: Visions, che gli è certo fortemente debitore: nove corti animati, realizzati in stile anime, che esplorano elementi alternativi o ulteriori di un importante universo narrativo di fantascienza. Anche se, in realtà, una differenza c’è: per quanto molto artistici e sperimentali, i cortometraggi di Animatrix fanno comunque parte della narrazione canonica della serie, andando a riempire elementi di storia o background utili alla comprensione e all’espansione della saga, mentre Visions propone storie a sé.
Batman
Uno dei supereroi più famosi di tutti i tempi è stato anche uno dei primi ad avere una versione manga, sul finire degli anni ’60, quando il fumettista Jiro Kuwata disegnò la sua reinterpretazione di quel che ora chiamiamo Batman ’66, ovvero quello del telefilm con protagonista Adam West. Da lì, ne sono arrivate davvero un’infinità di versioni più o meno canoniche, disegnate da autori come Kya Asamiya e Katsuhiro Otomo. Fino ad arrivare, nel 2018, al Batman Ninja del film di Junpei Mizusaki, che reimmagina il tutto in un folle contesto alla Ninja Scroll.
Marvel… e gli altri
Ma Batman non è certo l’unico supereroe americano ad avere avuto versioni manga. Uno degli ultimi lavori dell’autore di Lupin III, Monkey Punch, è stato reimmaginare la Justice League col suo stile, e il risultato senza dubbio è straniante.
Fonte The Hollywood Reporter Fonte Twtter
Autore: wolverinrex3